Sarebbero due le morti sospette nella struttura gestita da Maricetta Tirrito, 49enne palermitana, finita in manette con le accuse di omicidio con dolo eventuale e circonvenzione d’incapace.
In manette anche quattro complici della donna nella gestione della struttura.
La denuncia
La vicenda del cohousing di Ardea, rivelatosi poi una RSA abusiva, era emersa lo scorso gennaio. Le indagini erano partite dal commissariato di Anzio a seguito della denuncia di alcuni parenti di Luigi Bonomo, 72enne affetto dalla malattia di Parkinson e da demenza senile.
L’uomo, “ospite” del cohousing, avrebbe avuto bisogno di un ricovero e della somministrazione di terapie atte a controllare i sintomi della sua malattia.
Ma questo ricovero non è mai avvenuto e la sua omissione avrebbe cagionato il decesso dell’anziano.
Sua una delle due morti sospette nella struttura.
In seguito alle indagini, lo scorso gennaio, la procura di Velletri aveva disposto un’ispezione all’interno della struttura. Nel corso dei controlli furono portate alla luce le precarie condizioni igienico-sanitarie in cui vivevano circa quindici anziani.
Il raggiro
Le manette non sono state l’unico provvedimento a carico della Tirrito. Sarebbero stati sequestrati, infatti, oltre 300 mila euro. Soldi degli anziani che la 49enne avrebbe fatto confluire sui suoi conti tramite la circonvenzione di incapace.
Stando a quanto emerso il sistema della Tirrito avrebbe previsto la collaborazione, tra gli altri, anche di un medico.
Anche lui indagato in quanto avrebbe falsamente certificato la capacità di intendere e di volere di un 85enne. Questo al fine di consentire che quest’ultimo sottoscrivesse una procura speciale a favore dell’indagata per un immobile di grande valore sito ad Anzio.
Nell’ordinanza di arresto si legge che gli anziani sarebbero stati raggirati “affinché effettuassero atti di disposizione patrimoniale a vantaggio della principale indagata mediante la sottoscrizione di carte prepagate, di fatto gestite da quest’ultima, in cui far confluire le somme delle pensioni delle vittime”.
Chi è Maricetta Tirrito?
Morti sospette nella sua RSA abusiva e circonvenzione d’incapace: ma Maricetta Tirrito era già un volto noto.
La 49enne palermitana era già un volto noto tra luci ed ombre.
Nel 2019 era salita sul palco di Pontida a fianco di Matteo Salvini per perorare la causa dei bambini di Bibbiano.
Un articolo di Selvaggia Lucarelli aveva poi portato alla luce le fake news raccontate in quella sede.
Maricetta Tirrito, che si era fatta anche paladina del contrasto alla violenza sulle donne, era stata in seguito portavoce del “Comitato collaboratori di giustizia” nell’ambito della lotta alla mafia.
Dopo la chiusura del cohousing la donna era molto attiva nel volontariato tra Ostia e Tor Bella Monaca. Lo scorso settembre aveva anche denunciato di aver subito un’aggressione durante lo svolgimento del suo impegno sociale per ripulire le strade di Tor Bella Monaca.
Ma anche la sua storia giudiziaria non è nuova. Era stata condannata in primo grado dal Tribunale di Palermo per simulazione di reato.
La Tirrito avrebbe infatti denunciato diverse aggressioni e molestie telefoniche mai subite.